Dopo le dimissioni del Governatore Nicola Zingaretti, il Lazio è pronto a tornare alle urne per eleggere il proprio ‘parlamento’. Il consiglio regionale, che avrebbe esaurito il proprio mandato nel marzo del 2023, sarà rinnovato durante una tornata elettorale nel febbraio prossimo, dopo che Zingaretti ha rassegnato le dimissioni: incompatibili, infatti, i ruoli di Presidente di Regione e deputato della Repubblica, dopo l’elezione alle scorse politiche.
Partita, quindi, la campagna elettorale.
Istituito nel 1970, il Consiglio Regionale del Lazio si compone di 49 consiglieri, del Presidente della Regione e del secondo candidato Presidente che ha ottenuto più voti. Dei 49 consiglieri, 30 sono eletti in liste circoscrizionali concorrenti, 10 con sistema maggioritario e i restanti 10 sono il frutto del premio di maggioranza. Alla provincia di Latina, storicamente, vanno da 5 a 7 massimo 8 posti in consiglio; un discrimine che viene fatto, naturalmente, a seconda della parte politica che alla fine vince. Nell’ultima legislatura, per esempio, con la vittoria del centro sinistra in consiglio sedevano solo 5 rappresentanti della provincia: Simeone (FI), Forte e La Penna (PD), Pernarella (M5S) e Tripodi (Lega).
Proprio la composizione delle liste, e dei candidati della provincia di Latina, tiene banco in queste ore.
Andando in ordine sparso, iniziamo dalla Lega. Il partito, su Latina, sembra orientata a presentare una sola candidatura forte, quella del consigliere uscente Angelo Tripodi. Sul suo nome dovrebbe convergere tutto il partito, e quindi i voti, del nord della provincia pontina. A sud, invece, ballano i nomi di Antonio Di Rocco, capogruppo della Lega a Formia, e Franco Cardinale, consigliere provinciale di Fondi e segretario della sezione Lega Sud Provincia. Molto si deciderà nel congresso provinciale che dovrebbe tenersi prima della tornata elettorale e, di certo, le indicazioni arriveranno anche dal coordinatore regionale Roberto Calderoli.
Per quanto riguarda gli altri, andando un po’ in ordine sparso, potrebbe esserci una candidatura abbastanza clamorosa col Terzo Polo, con la lista che fa capo a Calenda che dovrebbe calare l’asso Gerardo Stefanelli. Il presidente della provincia di Latina, e sindaco di Minturno, dovrebbe però prima dimettersi da presidente.
Forza Italia, che non avrà tra i papabili Giuseppe Simeone, per raggiunti limiti di età (non escluderemo, però, in caso di vittoria, un suo coinvolgimento per un posto da assessore), dovrebbe puntare comunque su nomi affermati come quelli di Mitrano (ex sindaco di Gaeta), Carnevale e Schiboni. Tra le donne, invece, occhio alle chance di Eleonora Zangrillo, consigliere comunale di Formia, ed a quello dell’ex candidata a sindaco di Latina Annalisa Muzio, tentata ma non convinta visto che la lista potrebbe non raccogliere consensi sufficienti.
Gran confusione tra le fila di Fdi, con Enrico Tiero che vorrebbe essere, su Latina, candidato unico. Per il resto sembra abbastanza avanti il discorso sulla candidatura di Emanuela Zappone, consigliere comunale di Terracina. Il tutto però è ancora in alto mare.
Più delineato il discorso che riguarda il centro sinistra, coi due consiglieri uscenti, Salvatore La Penna ed Enrico Forte sulla via della riconferma, almeno a livello di candidatura. Carmela Cassetta ed Enrica Onorati, invece, dovrebbero rappresentare l’altra metà del cielo.
Per quanto riguarda, infine, il Movimento Cinque Stelle, l’unico nome che appare spendibile, in questo momento a livello provinciale, è quello dell’ex sindaco di Formia Paola Villa.
Discorso a parte per i candidati presidente. Proprio su di loro si giocherà la partita. Scontata, per il centro destra, la candidatura di un elemento di Fratelli d’Italia (probabilmente Lollobrigida, anche se nelle ultime ore si fa strada il nome del deputato europeo di Terracina Nicola Procaccini) mentre il centro sinistra, come annunciato ieri, il candidato designato è l’ex assessore alla sanità Alessio D’Amato.