venerdì 29 Settembre 2023

Elezioni, la sfida prossima di Aprilia, Cisterna e Formia nelle città di Calvino

Quando si vota devi capire quello che è successo, per ragionare su ciò che succederà. Altrimenti è inutile. Si è votato per la Regione e il parlamento nazionale, è cosa fatta e piangere o gioire serve a poco se non ti attrezzi per l’appuntamento prossimo: il voto a Aprilia, Cisterna e Formia. Se non capisci i bisogni dai le offerte politiche. Il 45% degli elettori di Aprilia, praticamente uno su due ha votato Movimento 5 Stelle, mica nulla. A Cisterna siamo al 34.4%, a Formia al 40%. Perché? Hanno votato, non me ne vogliano i militanti locali di questo partito, per ragioni nazionali, per Luigi Di Maio, per cambiare, per reazione, ma sicuramente si sono espressi oltre la dinamica locale. Come se, improvvisamente, il campanile non fosse il riferimento della comunità, come se la dimensione del posto con la sua nervatura di relazioni fosse sostituita dallo schermo del pc che dialoga con il mondo. Ma tra due mesi si voterà per il campanile, che fare?
I 5 stelle debbono trovare la classe dirigente, il Di Maio de noantri, le classi dirigenti che ci sono debbono ricercare, recuperare le relazioni. La sfida è tutta qui: tra cercare chi crea relazione e chi deve rinverdirle. Non ha perso questo o quel partito ma la capacità di sentire le piccole patrie, di sentirsi del Comune, del quartiere, della famiglia. Enzo Biagi spiegava che la superiorità del modello di vita emiliano si evidenziava nella reazione a piazza Maggiore se urlavi “Presidente”. Si giravano tutti: il presidente della bocciofila, del condominio, del quartiere, del consiglio di classe. Oggi ad Aprilia, Cisterna, Formia o fate voi se gridi “presidente” tutti accelerano il passo per evitare di “compromettersi”. Se si tornerà al modello di Biagi la politica tornerà alla rappresentanza, altrimenti ci sarà la fine della polis.
“Isaura, città dai mille pozzi, si presume sorga sopra un profondo lago sotterraneo. Dappertutto dove gli abitanti scavando nella terra lunghi buchi verticali sono riusciti a tirar
su dell’acqua, fin là e non oltre si è estesa la città: il suo perimetro verdeggiante ripete quello delle rive buie del lago sepolto, un paesaggio invisibile condiziona quello visibile,
tutto che si muove al sole è spinto dall’onda che batte chiusa sotto il cielo calcareo della roccia” (Italo Calvino, le città invisibili). A Isaura non servono gli scambi, non serve l’acquedotto, ciascuno ha la sua acqua, nessuno interagisce. Questo è il rischio, città di pozzi verticali, di case verticali, di solitudini verticali.
Forse di questo i partiti, tutti dovrebbero discutere fuori dalle depressioni delle sconfitte e dalle esaltazioni delle vittorie, perché la politica senza analisi, senza cultura è caduca.
Lidano Grassucci
Direttore di LatinaQuotidiano fino ad Aprile 2018. Giornalista professionista, laureato in scienze politiche, è stato direttore de Il Territorio, Tele Etere, Economia Pontina, caposervizio presso Latina Oggi e autore di numerose pubblicazioni.

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