“La raccolta differenziata così come sarebbe fatta nella nostra Regione rischia di danneggiare l’ambiente e costa più del dovuto“. La denuncia arriva dal patron di Rida Ambiente (Aprilia), Fabio Altissimi che affida ad un video postato anche su Facebook qualcosa che conosce molto bene, lavorando con i rifiuti ogni giorno.
Nel video parla di plastica. Materiale altamente inquinante, la cui metà viene differenziata. Quasi la metà della plastica differenziata, secondo i dati nazionali del Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica), viene portata comunque negli inceneritori. I cittadini pagano però la differenziata anche per questa grossa fetta di plastica che viene portata nei termovalorizzatore: 50 milioni di euro in tutta Italia.
“Secondo dai Corepla – spiega Altissimi nel video – 404mila tonnellate di plastica vengono termovalorizzati. Non fanno però parte della voce “rifiuto urbano indifferenziato”, per questo spendiamo 120 euro in più di quello che già paghiamo: quindi 210 euro a tonnellata” comunque perché venga bruciata e non riciclata.
“Progetto Ambiente – prende ad esempio il patron di Rida – raccoglie 3mila tonnellate di plastica e la metà del differenziato viene bruciata nei termovalorizzatori. Come tutti gli altri Comuni Aprilia spende di più, in questo caso 130mila euro l’anno, per una differenziata finta“. Una questione da portare davanti alla Corte dei Conti quanto meno, per il denaro pubblico speso senza un motivo.
Nel video un’altra anomalia emerge, vale a dire l’organico “sporco” di materiali che non dovrebbero esserci, come plastica ed altri. Rida lo recepisce e lo utilizza per fasi della lavorazione dei rifiuti. “Con quello però – dice ancora Altissimi – si realizza anche il compost che andrebbe, così com’è, ad inquinare i campi coltivati”.
I prodotti che poi crescono su quei terreni, frutta e verdura, finiscono sulle nostre tavole con tutti i potenziali pericoli. Di questo Altissimi aveva già parlato ed era stato anche diffidato dalla Regione Lazio che aveva smentito. In corso però ci sono anche alcune inchieste della magistratura e in più casi erano stati prelevati campioni di compost per analizzarli.
Compost che molto spesso non sarebbe neanche venduto, ma gettato – e in questo caso le denunce erano state dei residenti dei Comuni – su terreni grazie ai proprietari compiacenti proprio perché prodotto non conforme alle normative e non vendibile. Un vero e proprio danno ambientale che sarà la magistratura ad accertare, ma che mette in pericolo la salute di tutti noi.