di Eleonora Spagnolo – Si è consumato ieri l’ennesimo episodio di crisi tra Forza Italia e il Sindaco Giovanni Di Giorgi. Ricapitoliamo brevemente cosa è successo ieri dentro e fuori il Consiglio Comunale: Forza Italia prima vota il consuntivo, poi annuncia che esce dalla maggioranza e che tutti i suoi assessori rimettono le deleghe, poi rimane l’unica forza presente in una seduta consiliare talmente farsa da essere sospesa. E in serata la nota di Di Giorgi. “La crisi? La portino in consiglio, altrimenti vuol dire che in mezzo ci sono altri interessi… tipo Acqualatina”. Questo in sintesi il pensiero del Sindaco, che per una volta non si è nascosto. Ed era ora. Nelle dimissioni di ottobre Giovanni Di Giorgi ammise di essere tirato per la giacchetta. Ma stavolta la giacchetta rischia di diventare tunica. Perché ormai non c’è tempo di andare ad elezioni anticipate, è necessario comunque aspettare la scadenza naturale della consiliatura. E che senso avrebbe demandare a un commissario prefettizio decisioni importanti su questioni relative, ad esempio, all’Urbanistica o a Latina Ambiente? È più probabile ipotizzare che Forza Italia voglia semplicemente imporre il suo volere al Sindaco su un amministrazione che considera ferma. Ma fa sorridere che le accuse di immobilismo arrivino proprio dal partito che governa dal 2011. E la prima strada per imporre un cambio di passo, è avere più uomini in giunta, magari in settori chiave come Bilancio e Urbanistica.
Due sono i banchi di prova che diranno come stanno le cose. Da una parte il Consiglio Comunale di lunedì 4 maggio, con un unico punto all’ordine del giorno: Latina Ambiente. Se Forza Italia decidesse di non presentarsi, la crisi sarebbe senza uscita. Ma forse si può temporeggiare fino al 14 maggio, giorno in cui è fissato il Consiglio di Amministrazione di Acqualatina che dovrebbe scegliere i nuovi membri. Ma prima di quella data c’è bisogno che le forze di centrodestra, Forza Italia compresa, trovino un accordo che non è stato raggiunto nella scorsa riunione, e che anzi ha sancito la spaccatura con Fratelli d’Italia, Nuovo Centrodestra e Unione di Centro. Ma, anche questa strada, è paradossale. Come detto più volte, da noi e dagli stessi esponenti di partito, Acqualatina non riguarda il Comune di Latina. Ma se è proprio Di Giorgi a tirarla in ballo nella sua ultima nota, qualche dubbio che Acqualatina sia esterna alla crisi in Piazza del Popolo sorge. Comunque vada, è chiaro che l’unica strada per non essere di nuovo commissariati è il compromesso. Che questo passi per Acqualatina, o per un rimpasto di giunta, ancora una volta Di Giorgi potrebbe essere costretto a cedere ai voleri del partito di Calvi e Fazzone. A meno che il Sindaco non voglia andare dritto per la sua strada: la crisi si affronta in Consiglio, poi muoia Sansone e tutti i filistei.