Il 2018 ha colpito duramente la città di Cisterna con fatti di cronaca che hanno coinvolto bambine e ragazze. Tra queste c’è la giovanissima Désirée, la 16enne trovata morta in un quartiere di Roma, San Lorenzo, dopo aver assunto un mix letale di droghe e farmaci.
Il 18 ottobre 2018 ha chiamato la nonna dicendo che non sarebbe tornata quella sera. Il giorno seguente è stata ritrovata in un edificio abbandonato in via dei Lucani. La ricostruzione delle sue ultime ore è stata affidata a chi come lei cercava sostanze stupefacenti, a chi l’aveva conosciuta in quel contesto e aveva cercato di aiutarla, senza riuscirci, a chi quell’immobile lo frequentava da tempo. E poi alle persone arrestate, quattro stranieri, che le avrebbero fornito le droghe e poi l’avrebbero violentata approfittando anche del suo stato di incoscienza. Arrestato anche un italiano, che avrebbe fornito gli psicofarmaci, anche se non alla ragazza direttamente.
Una ragazza che si era persa e che non ha capito il pericolo che correva frequentando certi ambienti e fidandosi di persone che erano invece senza scrupoli. Le altre informazioni sono arrivate e arriveranno nei prossimi mesi dall’autopsia.
La morte è arrivata per lei dopo 12 ore di agonia. Durante le quali sarebbe stata violentata da almeno quattro persone, sempre secondo gli inquirenti in tempi diversi, perché è caduta l’ipotesi dello stupro di gruppo. Quello che più colpisce è il fatto che i presenti non avrebbero chiamato i soccorsi quando si sono resi conto che la ragazzina stava molto male, per non avere guai. “Meglio lei morta che noi in galera” avrebbe detto uno degli arrestati. Era finita in un branco di lupi che l’hanno usata e poi gettata via.
Altri l’hanno poi usata, questa volta per ottenere consensi. I politici di turno che hanno gridato “Giustizia” per Désirée. Politici che sono andati a San Lorenzo a farsi immortalare mentre promettevano pene severissime puntando il dito contro gli immigrati.
Tutti gli arrestati sono rimasti in carcere in attesa della conclusione delle indagini: il pericolo di fuga e quello di reiterazione sono alti. Yusif Salia per primo. Si tratta del ghanese di 32 anni accusato della violenza sessuale e dell’omicidio di Desirée. Poi Mamadou Gara detto Paco, accusato degli stessi reati. Diversa invece – dopo le prime indagini – è apparsa la posizione del nigeriano Alinno Chima (46 anni) e dell’altro senegalese 43enne Brian Minteh, che dovranno rispondere di abusi sessuali aggravati (come per gli altri), dalla minore età della vittima. L’italiano che avrebbe fornito gli psicofarmaci è invece ai domiciliari.