Sarà depositata venerdì la perizia relativa all’analisi del dna sulle persone coinvolte nella morte di Desirée, ma i risultati sono trapelati. A diffonderli è stato il quotidiano La Repubblica che ha spiegato come sia stato trovato sulla salma della 16enne il materiale genetico di Alinno Chima, Mamadou Gara e Yusif Salia. Bisogna comunque attendere che le analisi finiscano per concludere tutta la fase genetica e contestualizzare le tracce.
Nessuna traccia di dna di Brian Minthe è stata trovata. Si tratta del quarto uomo arrestato dopo l’omicidio. Neanche questo cambierebbe la sua posizione, le sue responsabilità sarebbero dimostrate infatti da altri elementi raccolti dalla Procura di Roma.
L’esame è fondamentale e il risultato potrebbe far riconsiderare anche l’ipotesi dello stupro di gruppo, che al Riesame era caduto per due dei tre imputati ai quali era stato contestato all’inizio. Il 15 novembre scorso il tribunale del Riesame aveva riconosciuto il reato di omicidio solo a Gara, 26enne di origine senegalese, mentre aveva fatto decadere lo stesso reato per gli altri due – Alinno, nigeriano di 47 anni e Minthe, senegalese di 43 – accusandoli “solo” di violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima.
La Procura di Roma ha sempre confermato i reati contestati all’inizio, anche dopo la decisione del Tribunale della libertà. Ora potrebbe avere elementi tali da pensare ad un ricorso in Cassazione.
Desirée era stata trovata senza vita in uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo, a Roma. La ragazzina, da Cisterna, sarebbe arrivata lì cercando la droga. Le sarebbe stato propinato un mix di stupefacenti che l’avrebbero resa praticamente incosciente. Poi più persone avrebbero abusato di lei, poi l’avrebbero lasciata morire, impedendo anche ad altri di chiamare i soccorsi.
Le indagini a questo punto possono dirsi almeno per le cose più importanti terminate. Sono state lunghe e complesse e contano 8 faldoni. Tantissimi sono stati i testimoni ascoltati. La Procura ora probabilmente le chiuderà a breve.