L’ex Sindaco di Latina Damiano Coletta, in corsa per le elezioni di maggio sostenuto dal Pd e dal Movimento 5 stelle, ieri con i delegati dell’Anpi ha festeggiato il 25 aprile al Parco Falcone e Borsellino.
“Bello essere così in tanti!Oggi 25 aprile è il giorno in cui si celebra la LIBERAZIONE del nostro Paese e la nascita della nostra Repubblica democratica. E’ il giorno in cui si celebrano la Democrazia, l’Uguaglianza, la Tolleranza, i Diritti e la Dignità degli esseri umani. E’ il giorno in cui si celebra la Pace che non può prescindere dal rispetto dei valori che abbiamo appena elencato. C’è chi oggi, occupando importanti ruoli istituzionali, usa parole che gettano ombre sulla storia del nostro Paese, ledendo la dignità di tutti gli uomini e le donne che sacrificando la loro vita si sono battuti per la conquista della Libertà.
Perché il 25 aprile è la festa della liberazione dal Nazifascismo, da un regime che ha mandato a morte milioni di persone di persone incolpevoli in nome dell’etnia, della razza, del credo religioso o del loro orientamento sessuale.
Sono molto onorato di essere stato il primo Sindaco della città di Latina a celebrare il 25 aprile. Ed è anche un grande motivo d’orgoglio averlo fatto qui, in questo luogo che dal 2017 si chiama Parco Falcone e Borsellino.
Ringrazio l’ANPI, gli amici e le amiche dell’ANPI, per il loro costante e paziente lavoro di custodia della Memoria senza la quale non si avrebbe la conoscenza e la consapevolezza che la nostra Repubblica democratica è nata dalla Resistenza, dalla Liberazione dalla dittatura nazifascista e dalla Costituzione.
Una Costituzione che rappresenta la stella polare per la tutela della nostra libertà, dei nostri diritti fondamentali e della nostra capacità di essere inclusivi, rispettando le diversità e contrastando ogni forma di disuguaglianza. Oggi celebriamo il 25 aprile con ancora più forza, con ancora più orgoglio, con ancora più impegno e con ancora più partecipazione.
Lo dobbiamo fare perché di nuovo in Europa c’è una guerra che provoca massacri, bombardamenti sulla popolazione civile, violenza sulle donne, fame, lutti, profughi, devastazioni di intere città. Lo dobbiamo fare perché c’è chi tenta di negare la storia.
Lo dobbiamo fare per esprimere la nostra gratitudine verso tutti i partigiani, grazie ai quali è stata ridata dignità al nostro Paese. La Resistenza è stato un fatto di popolo, è partita dal basso, ha visto protagonisti giovani, donne, anziani, militari, i combattenti delle montagne, gli operai, i sacerdoti che accoglievano gli ebrei, gli intellettuali. Perché… “la storia siamo noi, padri e figli, siamo noi Bella Ciao che partiamo” … Perché la storia la fa la gente, il popolo. Gabriella Degli Esposti, Irma Bandiera, Tina Anselmi, Livia Bianchi, Walchiria Terradura, Rita Rosani, Nilde Iotti, Lidia Menapace.
Orgogliosamente donne partigiane. E poi Pietro Gobetti, Giacomo Ulivi, Sandro Pertini il nostro amato Presidente, Antonio Gramsci, Emilio Sereni, i fratelli Cervi, Ferruccio Parri, Luigi Longo, Vittorio Foa la cui figlia Anna è una nostra candidata.
E poi dobbiamo ricordare i luoghi simbolo: via Tasso, Porta San Paolo, Cibeno, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, le Fosse Ardeatine. Siamo tutti partigiani/e quando ci battiamo per difendere la Democrazia, i Diritti e la Libertà. Lo dobbiamo essere in ogni momento della storia quando la Dignità dell’essere umano viene ad essere calpestata.
Perché quando un essere umano viene privato della dignità e della libertà bisogna Resistere, Resistere, Resistere! Perché i diritti di una persona sono i diritti di un’intera comunità. Cito David Sassoli, il nostro amatissimo Presidente del Parlamento Europeo, in uno dei suoi ultimi discorsi (luglio 2021 in occasione del ricordo dell’eccidio nazista di Cibeno). Sono parole purtroppo drammaticamente attuali
“Mi hanno sempre colpito gli occhi delle vittime, la fissità degli occhi che guardano ma non vedono. Sì gli occhi dell’umanità privata di umanità. E, guardate, gli occhi delle vittime sono sempre gli stessi. Sono quelli delle foto dei lager, dei condannati a morte, quelli che ritroviamo sempre in ogni guerra, in ogni persona violentata, annientata.
In tutti coloro che cercano di salvarsi, nelle donne umiliate, nelle colonne di famiglie che scappano, nei bambini smarriti, in coloro che annegano, che si aggrappano alla vita e la pèrdono. Gli occhi di Mauthausen, come gli occhi di Srebrenica, dei profughi siriani, delle mamme riprese sui gommoni prima di annegare nella corsa verso una felicità che non arriverà mai, per le nostre indifferenze.
Gli occhi che vediamo nelle fotografie delle vittime e dei prigionieri ogni qualvolta viene a mancare la Libertà”. Gli orrori del Nazifascismo iniziarono a germinare dall’indifferenza e dalla rassegnazione. Indifferenza e rassegnazione che la Resistenza seppe combattere.
Non siamo mai al riparo dal rischio che possano tornare gli orrori del passato.
Non lo siamo quando giriamo la faccia dall’altra parte se una persona più fragile viene ad essere umiliata e sopraffatta. Non lo siamo se non cerchiamo la verità sulla morte di Ilaria Alpi, di Miran Hrovatin, di Giulio Regeni, di Mario Paciolla. Non lo siamo ogni qualvolta non ci opponiamo ai negazionisti, a coloro che non riconoscono il pensiero scientifico, ai revisionisti, agli opportunisti.
Se vogliamo esprimere la nostra riconoscenza alle conquiste ottenute con la Liberazione non dobbiamo mai abbassare la soglia dell’attenzione e non dobbiamo mai disperdere la Memoria (e mi piace ricordare la cittadinanza onoraria conferita a Liliana Segre e a Sami Modiano il 25 marzo del 2021).
Perché attraverso la Memoria si costruisce la nostra identità, la nostra coscienza comune, la nostra democrazia, il nostro essere oggi, il nostro sapere da dove veniamo e dove vogliamo andare. E’ una questione di scuola, di informazione, di cultura.
Per questo è fondamentale celebrare il 25 aprile.
Perché il 25 aprile deve essere una data che non divide ma unisce!
La Resistenza, il referendum tra repubblica e monarchia, la Costituzione, il Manifesto di Ventotene sono le fondamenta solide su cui poggia l’Italia ed il suo stare convintamente all’interno dell’Unione Europea.
Perché attraverso la conoscenza c’è la conquista e la difesa dei diritti civili, la conquista e la difesa della libertà e della pace.
La libertà la si conquista e la si difende ogni giorno. Non è mai per sempre.
E perché se c’è stato un tempo di democrazia, di sviluppo e soprattutto di pace durato 70 anni lo dobbiamo a chi, lottando, ha saputo darci un destino diverso.
Perché ognuno di noi può e deve essere un costruttore di pace attraverso le scelte di ogni giorno. “Perché la Storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano”.
Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva la Repubblica Italiana!