Sono ripartite questa mattina, 27 novembre, le ricerche di Valter Donà, il 68enne disperso dopo essere caduto con l’auto nella voragine che si è aperta ormai due giorni fa sulla Pontina. Ieri pomeriggio è stato ritrovato il suo giubbotto, ma di lui ancora non ci sono tracce. Oggi sarà impiegato anche con l’ausilio del Drago 57 proveniente dal reparto volo dei vigili del fuoco di Ciampino.
Il Consorzio di bonifica intanto cerca di dare una spiegazione a quanto accaduto, dicendo che le precipitazioni sono state eccezionali. È vero anche però che dall’interno dell’ente qualcuno ha spiegato anche che dovrebbero essere in funzione 7 pompe idrovore, invece ce ne sarebbero soltanto 2.
Le responsabilità sono anche politiche, ovviamente. La Regione Lazio ha voluto riformare i consorzi ma lo ha fatto solo incidendo sulla governance. Questo ha portato alla nomina di commissari, alle fusioni, ma non è entrata nel merito di gestione e organizzazione sotto profilo risorse e personale. Risorse e personale che mancano, a quanto pare, per gestire al meglio un territorio in cui soltanto poche decine di anni fa c’era la palude.
“L’evento meteorologico del 25 novembre 2018 – dicono dal Consorzio però – si iscrive tra quelli eccezionali occorsi negli ultimi anni, come confermato dall’analisi delle registrazioni delle stazioni di monitoraggio esaminate dai tecnici del consorzio dell’agro pontino coadiuvati dal professore Francesco Cioffi dell’università La Sapienza.
A seguito dell’allerta meteo della protezione civile (codice arancione) – specificano – erano state adottate tutte le misure finalizzate al contenimento dell’evento tra cui apertura delle paratoie per consentire il deflusso, esercizio degli impianti idrovori e sorveglianza dei canali”.
Il Consorzio ha attivato, nell’ultimo anno, una collaborazione con il Cersites, Centro di ricerca e servizi per l’Innovazione tecnologica sostenibile dell’Università “La Sapienza”, sede di Latina, per la realizzazione del sistema di monitoraggio del reticolo idrografico che era attivo durante l’evento del 25 novembre 2018.
I dati sono stati integrati anche da quelli relativi alle stazioni di competenza della Regione Lazio (Arsial) già presenti sul territorio. “Dalla loro analisi è emerso – spiegano ancora dal consorzio – che sull’intera area interessata dai fenomeni di esondazione si sono verificate piogge di intensità variabile, dai 82,2 mm a 137,2 mm nell’arco di 24 ore, come confermato dalle registrazioni delle stazioni pluviometriche di Pontinia e Sabaudia. Inoltre, come evidenziato dalla stazione pluviometrica installata presso l’impianto idrovoro di Mazzocchio, si è verificato un picco eccezionale di precipitazione di 26 mm in un’ora, dalle 6 alle 7 del 25 novembre. Tali precipitazioni sono tra le massime mai registrate nella pianura pontina”.
Questo avrebbe quindi incrementato le acque di ruscellamento e le conseguenti portate di piena. In concomitanza delle forti piogge inoltre si è registrato un innalzamento del livello marino dovuto al vento di scirocco e all’alta marea che avrebbero ulteriormente aggravato le condizioni di deflusso dell’intera rete drenante, ostacolando il regolare deflusso verso il mare.
“A fronte dell’eccezionalità dell’evento i tecnici del consorzio si sono prodigati effettuando tutte le manovre necessarie per contenere i fenomeni di allagamento coordinandosi, sotto la regia della prefettura, con la protezione civile. In particolare, su richiesta della Prefettura, i tecnici sono intervenuti anche per contenere le tracimazioni del fiume Sisto benché non di propria competenza”.
Ora un’inchiesta è stata aperta e le ipotesi sulle cause della tragedia sono molteplici. Sicuramente si è trattato di una concomitanza di fattori, ma gli inquirenti cercheranno ora di arrivare ad individuare le diverse responsabilità.