mercoledì 29 Marzo 2023

Coronavirus, treni come carri bestiame. La rabbia dei pendolari “Più tutele per le discoteche che per noi”

Sicurezza, riqualificazione, efficienza. Questa la richiesta avanzata da mesi, e rimasta senza alcuna risposta, dai pendolari e dai cittadini alle prese con mezzi pubblici nel degrado e misure per la propria salute e sicurezza al lumicino.

“Ci siamo confrontati a distanza, discusso, elaborato idee organiche, che abbiamo inviato alle istituzioni, assessorato alla mobilità della Regione Lazio in primis. Sono idee di riqualificazione dei servizi in un contesto di sicurezza per passeggeri e lavoratori. Travalicano l’ambito del trasporto pubblico locale e delle sole ferrovie regionali ex-concesse e coinvolgono il sistema dei trasporti regionali”.

Si apre così la nota a firma del Comitato Pendolari Roma Ostia, Comitato Pendolari Roma Nord, Sferragliamenti dalla Casilina, Comitato Pendolari FL8 a Carrozza, Associazione Pendolari Stazione Minturno Scauri e Comitato Pendolari Orte.

Tra le proposte avanzate l’ aumento delle corse con i mezzi disponibili e recuperabili, l’integrazione dei servizi ferroviari con bus e pullman turistici, anche per dare ossigeno ad un settore gravemente colpito.

“Tutto – spiegano – per arrivare entro settembre alle stesse corse assicurate fino a febbraio scorso, per aumentare l’offerta da metà settembre, contando anche sulla riduzione della domanda dei “lavoratori” e sulla spalmatura degli orari di punta di entrata/uscita di uffici, fabbriche e scuole. Sono seguiti incontri in video conferenza, contatti e documenti d’approfondimento. Speravamo che la Regione fosse in grado di raccogliere la sfida dell’emergenza sanitaria e della crisi economica, per migliorare il sistema dei trasporti pubblici, a cominciare da quelli su ferro, e di confrontarsi con i pendolari nel merito, dando risposte misurabili”.

Oggi la preoccupazione è rivolta ad una assenza di organizzazione che si ripercuoterà su pendolari e cittadini anche a seguito dell’ordine del giorno, del 6 agosto, con cui le Regioni “chiedono a Governo, Ministero della salute e Comitato tecnico scientifico, di non insistere su distanziamenti di almeno un metro a bordo dei mezzi, misurazione temperature, durate dei viaggi e di accontentarsi dell’invito a indossare le mascherine”.

“Non contenti del limite di capienza dei mezzi, portato con l’ultimo decreto della presidenza del 7 agosto ad un insostenibile 60%, vorrebbero togliere qualsiasi limite, qualsiasi fragile diaframma per la difesa della salute pubblica di chi opera e di chi viaggia ogni giorno sui mezzi pubblici delle regioni. Chiediamo – concludono – all’assessore alla mobilità, Mauro Alessandri, e alla sanità, Alessio D’Amato di non piegarsi a tutto questo. Tra gli addetti ed i frequentatori delle discoteche della Costa Smeralda ed i lavoratori e i pendolari del trasporto pubblico del Lazio, l’unica differenza e che i primi, alla fine, sono stati controllati per l’eventuale positività, noi no”.

Alessia Tomasini
Nata a Latina è laureata in Scienze politiche e marketing internazionale. Ha collaborato con Il Tempo e L'Opinione ed è stata caporedattore de Il territorio e tele Etere per la politica e l'economia. L'esperienza nell'ambito politico l'ha vista collaborare con pubbliche amministrazioni, non ultima quella con la regione Lazio, come portavoce e ufficio stampa.

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