Il Comune di Cori ha approvato la delibera che definisce i progetti di utilità collettiva, così come previsto dal decreto 149 del 2019, rispondenti alle necessità dell’amministrazione comunale.
Uno strumento per potenziare le loro attività a sostegno della collettività.
Quattro le aree individuate, si tratta di quella sociale, artistico, culturale e tutela dei beni comune.
I beneficiari di reddito di cittadinanza, dopo la sottoscrizione di un patto di inclusione e l’opportuna selezione anche in base alle loro capacità e predisposizioni potranno svolgere servizi a sostegno della collettività.
“Le attività che verranno svolte dai nostri concittadini, beneficiari del reddito di cittadinanza – spiegano il sindaco, Mauro De Lillis, e l’assessore alle Politiche Sociali, Chiara Cochi – permetteranno di intensificare il forte senso civico che la nostra comunità ha mostrato in questo duro periodo di lockdown e faranno aumentare il rispetto per la cosa comune favorendo il reinserimento e l’inclusione sociale delle persone in difficoltà”.
Il periodo di emergenza Covid, infatti, ha sospeso molte attività sociali, risocializzanti e lavorative con gravi e perduranti disagi per la popolazione.
I beneficiari del redditto dovranno dare la propria disponibilità a svolgere attività non retribuite in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, come previsto nel decreto del Governo.
Intanto proseguiranno tutte le attività connesse, seppure oggi non ancora avviate, per la ricerca di un lavoro tramite i centri per l’impiego.
Si tratta di una versione rivista e corretta dei cosiddetti lavori socialmente utili, introdotti per la prima volta nel 1993 per coloro che ricevano la cassa integrazione straordinaria e poi estesi anche ai lavoratori in mobilità e ai disoccupati di lunga durata con il pacchetto Treu.