venerdì 31 Marzo 2023

Cisterna che non vogliamo vedere. Dove muore la politica e la società

Ma Cisterna cosa deve fare per farsi considerare? Possibile non ci sia un prete, un amministratore, un politico, un intellettuale, un pensatore, un economista, qualche giornale, uno straccio di giornalista disposto a “leggere” Cisterna. L’amministrazione di Eleonora Della Penna finisce un modo, diciamo, traumatico, un carabiniere uccide e si uccide tutta la famiglia, Desirèe muore in un modo che dire inumano è poco. Neanche le elezioni comunali sono normali, a Cisterna, tanto che le debbono rifare. La periferia della città conta più capannoni vuoti che pieni, tutto è kiwi e nessuno pensa al dopo kiwi e ai pericoli della monocultura. Alla stazione dei treni vanno via per lavorare, tornano per dormire, e sono migliaia. Ma nessuno, nessuno “mucia e ducia” (trad. pensa e parla). Poi viene il cronista nazionale e dice due banalità, quello provinciale ci va dietro e nessuno dice di questa città, così sola, così chiusa, così illeggibile. Ma in agenda Cisterna non c’è, come se l’Italia dimenticasse Torino e fosse indifferente pure a Milano (la vicina Aprilia).

Cisterna è una bomba ad orologeria, è la prova di assenza di una classe dirigente provinciale che non sia indifferente. Cisterna ha bisogno di Latina, della sua provincia, perché Latina e la sua provincia in Cisterna vedono il loro domani e se si salva oggi Cisterna si salverà Latina domani. Il futuro non sta nei miei amati lepini, o a Minturno, sta ad Aprilia e a Cisterna, lì dove, invece, non arriva il pensiero.

Lidano Grassucci
Direttore di LatinaQuotidiano fino ad Aprile 2018. Giornalista professionista, laureato in scienze politiche, è stato direttore de Il Territorio, Tele Etere, Economia Pontina, caposervizio presso Latina Oggi e autore di numerose pubblicazioni.

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