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Centro Alta Diagnostica, con Mitrano sette sindaci chiedono il rispetto degli accordi originari

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Cosmo Mitrano, sindaco di Gaeta

Stavolta ad opporsi al progetto alternativo relativo al Centro di Alta Diagnostica e a chiedere il rispetto degli accordi originali, non è l’opposizione del Comune di Latina, bensì sette sindaci (bipartisan) del sud pontino. Il promotore dell’iniziativa è Cosmo Mitrano (Gaeta), a lui si aggiungono: Gerardo Stefanelli (Minturno), Nicola Procaccini (Terracina), Salvatore De Meo (Fondi), Antonio Fargiorgio (Itri), Federico Carnevale (Monte San Biagio) e Franco Taddeo (Santi Cosma e Damiano). Tutti loro hanno scritto un documento inviato a sindaco di Latina Damiano Coletta ed al Presidente della Provincia Eleonora Della Penna in cui chiedono di “Adottare interventi e iniziative necessarie a garantire il perseguimento degli obiettivi prefissati dagli accordi per la realizzazione del Centro di alta diagnostica a Latina, utilizzando le apparecchiature che garantiscano al centro i requisiti di eccellenza indicate nel Protocollo d’Intesa, sottoscritto il 17/04/2015 tra Comune di Latina, Provincia di Latina, Università degli Studi di Roma «La Sapienza» e Fondazione Roma Scienza e Ricerca”.

Insomma: si chiede il rispetto del protocollo di intesa siglato nel 2015, perché “il macchinario ibrido Pet/RM consente di eseguire, con risultati estremamente raffinati ed all’avanguardia, lo studio funzionale delle patologie neurodegenerative, cardiocircolatorie, oncologiche e neuro-oncologiche. Questo macchinario, che consente l’acquisizione di immagini in tre modalità, darebbe una connotazione di “eccellenza” al centro di alta diagnostica”.

“Chiamare in ballo la Regione, o trincerarsi dietro un preventivo diniego dell’autorizzazione all’installazione del tomografo ibrido presso il Centro di alta diagnostica, non ha senso. Detto diniego, notificato al Comune di Latina il 3/5/2017 dove si adducevano meri motivi di natura burocratica, è stato da tempo superato – scrivono i sindaci -. Infatti, rispondendo all’interrogazione n. 715 presentata dal consigliere regionale Giuseppe Simeone il 13 luglio scorso, l’assessore regionale Mauro Buschini ha confermato ‘la totale propensione della Regione a rilasciare l’autorizzazione all’attività di alta diagnostica, una volta che il Comune di Latina avrà ottemperato correttamente all’iter burocratico richiesto dalla Regione stessa’. Dunque – proseguono -, il rispetto degli accordi del 17/4/2015 è quanto richiedono i primi cittadini del sud pontino. Sostituire un macchinario (ibrido Pet/RM) con un altro va in direzione contraria all’accordo, sottoscritto anche dalla Provincia, che ha investito 800 mila euro di soldi pubblici nella realizzazione del centro di alta diagnostica. E la Provincia ha tutto il diritto di pretendere il rispetto degli accordi originali. Pertanto – concludono -, l’assegnazione delle risorse pubbliche e degli strumenti di politica pubblica nel campo della salute deve attuarsi in modo rispettoso degli interessi della collettività e di chi la rappresenta”.

IL COMITATO PROMOTORE – Anche il comitato promotore del Centro di Alta Diagnostica è tornato sulla vicenda, a seguito del parere del prof. Grassi: “L’autorevole parere espresso dal Prof. Grassi nella sua semplificazione è estremamente chiaro: il raddoppio delle prestazioni radiologiche è indubbiamente un risultato che rende importante la proposta di installazione della sola RM 3 tesla di ultima generazione. Nel progetto iniziale però, con l’installazione di una PET-RM 3 tesla, non era rilevante il risultato numerico delle prestazioni, ma la qualità delle prestazioni stesse improntate alla Scienza e Ricerca. E’ indubbio che la RM da sola produca più prestazioni, ma non risponde a quanto sottoscritto nell’accordo di programma che rivolgeva la sua attenzione verso un centro non di pura diagnostica, ma un centro di eccellenza internazionale rivolto principalmente  alla ricerca avanzata. La Città di Latina infatti può entrate nel firmamento nazionale ed internazionale della scienza pura grazie alla creazione di un polo internazionale rivolto alla Ricerca”.

Secondo il comitato promotore, “L’amputazione della PET nel nuovo progetto non consente a Latina quell’auspicato salto di qualità interpretato con lungimiranza proprio dal protocollo di intesa che oggi vuole essere modificato. Il beneficio di una quantitativa maggiore risposta radiologica con la sola RM fa venire meno il vero grande obbiettivo della creazione di un polo nazionale  rivolto alla Scienza e alla Ricerca”.

Il fatto che si possano fare più esami con la RM 3Tesla piuttosto che con l’ibrido Pet/RM, per il comitato è ciò che “tradisce la ragione e lo spirito dell’Accordo di Programma che poggiava la sua validità non sulla quantità delle prestazioni, ma sulla qualità delle stesse, rivolte alla Scienza e alla Ricerca. L’impegno del Comune e della Provincia, con l’accordo di programma, non era quello di realizzare un ottimo centro di diagnostica, ma principalmente di ottenere in campo scientifico risultati nel campo della ricerca”. Anche perché di centri simili già ce ne sono.

Dopo la posizione espressa da Eleonora Della Penna, contraria a un cambio del progetto, il comitato invita il sindaco di Latina Damiano Coletta: “A valutare attentamente la valenza del progetto iniziale per non tradire tutte le manifestazioni di volontà espresse dalla Città finalizzate alla crescita del nostro territorio”.

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