Un residuato bellico, che affiorava dal fondale marino roccioso a una profondità di circa sette metri, è stato rinvenuto domenica 13 giugno presso il molo di Formia. A trovarlo un subacqueo, impegnato nelle attività di indagine prescritte dalla competente Soprintendenza ai Beni Archeologici nell’ambito dei lavori di adeguamento degli scivoli e delle banchine presenti presso il molo “Vespucci” del porto di Formia.
L’ordigno si trovava adagiato in un lato del porto non particolarmente interessato dall’intenso traffico di traghetti di linea e unità da diporto.

La Capitaneria di porto di Gaeta ha immediatamente informato la Prefettura di Latina, oltre a vietare la navigazione nello specchio d’acqua interessato e qualsiasi altra attività connessa con l’uso del mare, tramite un’apposita ordinanza. La Prefettura ha quindi richiesto l’intervento di personale specializzato del Comsubin della Marina Militare, presente questa mattina con militari e mezzi del Nucleo Sdai del Gruppo Operativo Subacquei, di stanza presso il porto di Napoli.
L’ordigno, dopo esser stato riconosciuto come una bomba di aereo risalente alla Seconda Guerra Mondiale, è stato messo in sicurezza e rimorchiato fuori dall’ambito portuale da una motovedetta della Guardia Costiera di Formia. Si è poi proceduto a farlo brillare a circa sette miglia al largo di Punta dello Stendardo del porto di Gaeta, con un fondale di oltre 70 metri, ad una distanza ed una profondità adeguate a garantire la sicurezza delle operazioni e a tutelare l’ambiente marino.
A supporto delle attività nella cornice di sicurezza in mare è stata impiegata anche una motovedetta della Guardia Costiera di Gaeta.