martedì 21 Marzo 2023

Bimbo sequestrato, la Ciccarelli salva Al Karama ma dimentica che dignità e diritti nascono dal rispetto di regole e doveri

Generalizzare e strumentalizzare sono sempre da evitare.

Quando si parla di politica, di quotidianità di qualsiasi argomento sono le eccezioni a fare la differenza e puntare il dito in modo indiscriminato crea solo inutile allarmismo oltre che diffidenza e rigetto.

Su questo l’assessore al welfare del Comune di Latina, Patrizia Ciccarelli, ha ragione.

Soprattutto quando si parla del dramma che una mamma ed un bimbo di soli sei mesi sono stati costretti a vivere sulla propria pelle.

L’assessore afferma che “L’episodio raccontato nelle cronache di questi giorni deve indurci comunque a una serie di riflessioni. La prima è che la riduzione in schiavitù, non solo sessuale, rappresenta un odioso fenomeno trasversale a ogni etnia e ambito culturale. Il fatto che la cronaca di questo episodio criminale ci riporti ad Al Karama non deve farci commettere un errore che sarebbe imperdonabile: quello di spostare il focus sulla facile strumentalizzazione. Al netto infatti degli episodi criminali, parliamo di tante persone che vivono in condizioni di estremo degrado, alle quali tutti noi abbiamo il dovere di restituire dignità e diritti”.

Su questi passaggi essere d’accordo risulta essere difficile. Perchè è vero che la criminalità riguarda il singolo e non certo il colore della pelle o un’etnia in particolare.

Ma è anche vero, nel caso specifico illustrato, che quel bimbo è arrivato e rimasto ad Al Karama chiuso in una roulotte non cinque minuti ma per giorni.

La parte sana di Al Karama, a cui la Ciccarelli fa riferimento, avrebbe dovuto denunciare quanto stava accadendo proprio a dimostrazione del fatto che esiste, in quel luogo segnato da degrado e illegalità, chi prende le distanze dal mondo della criminalità.

Un bimbo di sei mesi non è un paio di orecchini che si può nascondere in una tasca. In quella comunità vivono persone fianco a fianco ogni giorno.

Nessuno si è accorto che quel bimbo era spuntato dal nulla?

La strumentalizzazione è anche non voler ammettere che esistono sacche della nostra società che nella criminalità crescono e si moltiplicano agevolate dalla mancanza di interventi rapidi e risolutivi.

Dignità e diritti vanno conquistati non sono una maglietta da far indossare a chiunque. Altrimenti il rischio è sulla scorta del politically correct dare una tinteggiata di nuovo ad un muro senza accorgersi che al suo interno è completamente marcio.

Dignità e diritti nascono dal rispetto delle regole e dei doveri a cui ogni cittadino è chiamato e che ad Al Karama sembrano non trovare casa.

Alessia Tomasini
Nata a Latina è laureata in Scienze politiche e marketing internazionale. Ha collaborato con Il Tempo e L'Opinione ed è stata caporedattore de Il territorio e tele Etere per la politica e l'economia. L'esperienza nell'ambito politico l'ha vista collaborare con pubbliche amministrazioni, non ultima quella con la regione Lazio, come portavoce e ufficio stampa.

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