Il sindaco di Latina, Damiano Coletta, ha deciso di querelare Antonio Bottoni per le sue ultime dichiarazioni. Bottoni, presidente dell’associazione Codici, candidato a sindaco e ora al fianco di Vincenzo Zaccheo, ha spiegato che l'”offerta indecente” arrivata dal primo cittadino uscente sarebbe stata, in cambio del suo appoggio, un posto all’interno di una partecipata comunale.
“Credo – ha detto Coletta – sia doveroso da parte mia tutelarmi legalmente, anche nei confronti di Antonio Bottoni. Mai mi sarei augurato che il dibattito politico fosse sceso così in basso, mai avrei voluto ricorrere a querele e a spostare le questioni nelle aule di Tribunale. Però si è passato il segno.
Ho incontrato Bottoni in un luogo pubblico, non in una casa privata o in stanze dove si possono sottoscrivere accordi privati. L’ho incontrato perché l’avevo conosciuto come fiero oppositore a Zaccheo, alle sue politiche e ho parlato con lui perché ero convinto che, insieme, avremmo potuto impedire il riaffermarsi a Latina di quelle posizioni che non tolleravamo più. Sono trasparente al 100% e so riconoscere il valore di una esperienza anche se lontana dai miei valori di fondo. Per questo, per la sua battaglia, ho pensato che Bottoni potesse essere utile per programmare al meglio, nel rispetto di ogni persona, il Centenario della città. Mi sono permesso di dire che mi sarebbe piaciuto averlo dentro il Comitato promotore per Latina 2032. Visto il suo ruolo di rappresentante dei consumatori, ho anche aggiunto che un profilo come il suo sarebbe stato idoneo per qualche altro posto di responsabilità.
Adesso, dopo il suo nuovo schieramento, quella che è un’offerta nel rispetto della storia di una persona e dei movimenti che è riuscita a mettere in piedi viene fatta passare per un’offerta moralmente inaccettabile. Voglio dirvi ancora un segreto: ai competitor del primo turno che ho chiamato, ho detto la stessa cosa: stiamo insieme per il bene di Latina, per evitare che un passato imbarazzante torni a fare del male alla nostra comunità. Sarò politicamente ingenuo, forse, ma io sono fatto così, non stringo accordi di nascosto con il calare delle tenebre, tutto quello che ho fatto anche sbagliando, l’ho fatto sempre e solo per amore di Latina”.
“Dall’inizio della campagna elettorale – ha continuato Coletta mettendo uno dietro l’altro altri tentativi di screditarlo – si è rimessa in azione la macchina del fango per mettere in dubbio il mio operato con metodi scorretti e subdoli. Rappresentiamo il cambiamento in questa città, sia nei modi che nei metodi amministrativi, e questo fa paura. Talmente paura che non si ha paura di ricorrere a metodi censurabili per osteggiare i valori che rappresentiamo. Hanno prima attaccato la mia famiglia, facendo insinuazioni false e gravi contro mio figlio. Hanno poi attaccato il movimento, andando a rispolverare una storia abbondantemente chiusa.
La maschera ufficiale rassicurante serve per nascondere metodi non ortodossi, passaggi di veline, video fasulli e messaggi diffamanti con l’unico intento di screditarci, perché il tema è sempre lo stesso: rappresentiamo valori che li mettono in difficoltà, rappresentiamo la società civile e quel sistema dei partiti e dei movimenti che non ha mai voluto chinare la testa. L’obiettivo non è vincere le elezioni ma cancellare la nostra esperienza, anche solo macchiandola con le insinuazioni.
Sono andati dal Prefetto per rappresentare alla massima autorità dello Stato in Provincia che c’era un clima teso, una campagna elettorale dai toni alti. Peccato che non abbiano aggiunto che i toni li hanno alzati loro, che ogni giorno la critica sui mezzi non ufficiali è ad alzo zero.
Nei giorni scorsi solo alcuni giornali hanno riportato la storia secondo cui regalerei scarpe per ogni voto che mi viene promesso. Una bugia palese, quasi ridicola – ha concluso il sindaco evidentemente amareggiato – che però serve a insinuare il dubbio”.