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Aviointeriors, ex operai confinati all’esterno dello stabilimento. I dipendenti contro l’ipotesi di sciopero

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di Redazione – Gli operai di Aviointeriors sono sempre più spaccati tra chi ha accettato di abbandonare la protesta e tornare a lavorare, e chi invece ha perso il posto di lavoro e rimane in presidio all’esterno dello stabilimento di Tor Tre Ponti. Ieri si sono riuniti per decidere se proclamare o meno uno sciopero di otto ore proposto dalle segreterie sindacali. La votazione si è svolta a scrutinio segreto, così 125 operai hanno votato contro e solo 21 si sono espressi a favore. Ma gli operai licenziati non demordono e annunciano che manterranno il loro presidio anche se hanno registrato di non avere la solidarietà degli (ex) colleghi ancora dipendenti di Avio, almeno per quel che è riguardato il possibile sciopero.

E a proposito del presidio, da qualche giorno l’azienda ha provveduto ad isolare il picchetto di ex lavoratori dietro barriere di cemento. Sulla questione era intervenuto Giuseppe Giaccherini dell’Ugl. “Il presidio dà fastidio a De Vecchi (amministratore delegato di Aviointeriors, ndr). Non ci arrendiamo dinanzi a questa forzatura né intendiamo scendere a patti con questa azienda che non merita sconti”. Il sindacalista ha spiegato che gli operai messi fuori dall’azienda hanno impugnato i licenziamenti, richiesto istanza di fallimento per i crediti vantati da Avio e non hanno firmato nessun verbale di conciliazione. “E non ne firmeremo – continua Giaccherini – visto che in quel verbale si riporta, in una frase, che con quella accettazione si avalla la liceità e la correttezza di quella procedura”. Intanto, a proposito dell’istanza di fallimento, una pronuncia da parte del Tribunale è attesa per il 18 dicembre.

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