Si è costituito spontaneamente ieri, 16 settembre, il responsabile dell’atto intimidatorio al Parco nazionale del Circeo, avvenuto lo scorso 24 giugno.
Il gestore di uno stabilimento balneare a Sabaudia, molto conosciuto, ha risposto alle domande dei pubblici ministeri in Procura, fornendo la propria versione dei fatti riguardo al motivo che l’avrebbe spinto a lasciare tre taniche di liquido infiammabile davanti alla sede del Comando dei carabinieri forestali.
Accompagnato dai suoi legali, tra i quali Gaetano Marino, si è presentato negli uffici di via Ezio.
Le indagini erano arrivate ad una svolta, quando è stata estrapolata una traccia di Dna del presunto autore. Diverse anche le intercettazioni raccolte.
I sospetti ci sarebbero stati da tempo.
Innumerevoli le denunce e i controlli sull’area in dotazione. Una spiaggia in concessione al corpo forestale.
L’uomo aveva un noleggio libero di ombrelloni e lettini, ma negli anni creò un vero e proprio lido con opere amovibili, il bar, i bagni, le docce, e poi la musica.
Più di qualcuno si era lamentato. Tutto era stato sequestrato, ma il provvedimento non venne convalidato dal giudice.