Antonio Bottoni torna sui due ricorsi presentati al TAR dai candidati alla carica di consigliere comunale di Latina nelle scorse elezioni amministrative.
A sorprende la new entry di Fratelli d’Italia non è la quantità degli appelli quanto piuttosto il fatto che gli interessati siano appartenenti ad entrambi gli opposti schieramenti che si sono fronteggiati anche al ballottaggio.
“Ciò induce ad almeno due riflessioni – osserva Bottoni ex candidato a sindaco di Latina -: la prima, pone un problema di sostanza. Dove sono finite le schede vidimate il cui numero sembrerebbe non quadrare con la somma tra quelle votate e quelle non votate, come si sostiene in uno dei ricorsi? Si tratta di impreparazione da parte dei componenti delle sezioni interessate o potrebbe esserci persino qualcos’altro?”
La seconda riguarda la conservazione dei voti assegnati ai singoli candidati: da quanto apparirebbe, infatti, vi sarebbero candidati che, a fronte di un certo numero di voti a loro assegnati in un primo tempo, se ne sono visti poi attribuiti in numero minore.
“Tuttavia a ciò dobbiamo aggiungere un ulteriore elemento di riflessione – continua Bottoni – che riguarda i 13.287 nominativi in più rispetto al reale corpo elettorale contenuto nei files consegnati dal comune al sottoscritto a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro e dopo che io stesso avevo segnalato la stranezza di constatare che tra gli elettori vi erano persone decedute anche da quasi due anni, come ebbi modo di segnalare anche a mezzo di comunicati stampa durante la scorsa campagna elettorale. Tanto per dare una misura, si parla di circa il 15% in più del reale corpo elettorale, quindi una cifra piuttosto rilevante”.
Ciò che Bottoni trova oltremodo singolare è che a Latina muoiono mediamente circabbot 1.400 persone l’anno, per cui non si riusce a comprendere un dato così eclatante da superare di almeno nove volte il numero dei deceduti.
“Su quest’ultimo punto – conclude Antonio Bottoni – sarebbe opportuno l’intervento della Procura della Repubblica al fine di fugare ogni dubbio su potenziali utilizzi impropri dei dati elettorali”.