La trasformazione dei sette punti di primo intervento del territorio pontino in presidi ambulatoriali tiene banco tra le varie fazioni politiche.
Un tira e molla alla ricerca del colpevole di turno, mentre rimane in bilico la salute dei pazienti.
A rispondere alle critiche avanzate da Nicola Calandrini, è Damiano Coletta.
Se il senatore di Fratelli d’Italia individua come capo espiatorio della questione il Pd e il primo cittadino di Latina, quest’ultimo si pone sulle difensive, fornendo la sua versione dei fatti.
“Ci tengo a precisare che il sottoscritto, in qualità di presidente della conferenza locale sociale e sanitaria dei sindaci ha convocato le runioni ristrette dai Comuni interessati – ha ribadito Coletta – alla presenza del direttore generale dell’Asl Giorgio Casati, del direttore aziendale Giuseppe Visconti e dei referenti dell’Ordine dei medici nelle date: 18 ottobre 2018, 25 ottobre 2018, 20 novembre 2018, 15 aprile 2019 e 22 luglio 2019. In tale circostanza, sono stati illustrati i report delle attività notturne dei Ppi. Il meeting del 28 agosto si è organizzato, inoltre, in Provincia per motivi logistici ed era già pianificato l’incontro per lunedì 9 settembre, che farà seguito al precedente con l’assessore regionale Alessio D’Amato del 5 settembre”.
Nel sottolineare che ciò si è verificato tramite confronto democratico, dialettico e costruttivo, al fine di trovare soluzioni funzionali alla soddisfazione dei bisogni degli utenti, Damiano Coletta ha sostenuto che il suo ruolo “è stato e sarà quello di facilitare il perseguimento dell’obiettivo, nel rispetto delle esigenze e delle linee guida scientifiche”.
“Devo purtroppo constatare che l’onorevole Calandrini – ha concluso – è poco informato su un tema molto delicato. Sono convinto che sia nostro dovere risolvere il problema non con divisioni strumentali“.