L’ennesima calamità naturale si è abbattuta sul territorio pontino con ingenti danni per gli agricoltori. La denuncia arriva dall’Associazione produttori agricoli laziali (Aspal), che spiega come vada ad aggiungersi alle gelate primaverili dello scorso anno, e alla crisi idrica.
“Tutto ciò – hanno detto i coltivatori – ha causato ingenti perdite di produzioni, tant’è vero che la Regione Lazio lo scorso anno dichiarò lo stato di calamità naturale, ma lo Stato italiano nonostante tutto non ha stanziato risorse adeguate per far fronte alle numerose perdite economiche che ci sono state sul nostro territorio.
Vogliamo inoltre ricordare gli ormai mancati indennizzi da parte della Regione Lazio, nei confronti dei coltivatori di kiwi del nostro territorio per i danni subiti dalla batteriosi”.
“A tutto questo dobbiamo aggiungere purtroppo: i prezzi inadeguati dei nostri prodotti agricoli al campo; il ritardo dei Psr, non andati ancora a finanziare gli agricoltori aventi diritto, con il serio rischio che i soldi messi a disposizione dalla Comunità Europea tornino indietro per scadenza dei termini; ed infine le continue vessazioni dai vari organi ispettivi nei confronti degli agricoltori che lavorano la terra, come se fossero dei banditi da perseguitare e da combattere”.
“Nella nostra ultima assemblea dell’Aspal – hanno aggiunto – abbiamo letto e successivamente consegnato un documento alle varie forze politiche, indicando anche la strada da percorrere, per fronteggiare questa attuale persistente crisi, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta da parte della politica, ad ogni livello. Ci aspettiamo, oltre che da questo Parlamento neo eletto, anche dal nostro nuovo Consiglio Regionale, degli interventi immediati che possano far fronte a questa situazione tragica, che ormai persiste nelle nostre campagne da un po’ di anni a questa parte.
“La nostra raccomandazione è indirizzata soprattutto nei confronti delle amministrazioni comunali del nostro territorio, nonché dai vari consiglieri comunali appena eletti, affinché la finiscano di insultarsi a vicenda e si impegnino invece a far convocare nei singoli comuni un tavolo di lavoro e di crisi permanente con tutti gli agricoltori, in modo tale da arrivare a sottoscrivere un documento unitario di rivendicazioni, da portare all’attenzione del consiglio regionale del Lazio, che da dieci anni a questa parte è completamente assente”.