di Francesco Miscioscia – Il Nipaf e i tecnici del Comune di Latina si presentano a casa del sindaco per accertare un abuso edilizio. Pare che Di Giorgi abbia adibito un locale che doveva essere di tipo tecnico, e cioè contenere condizionatori o caldaie, ad abitazione o simil tale.
E’ vero che questi ulteriori accertamenti rientrano nell’ambito delle indagini per l’acquisto da parte del sindaco di un appartamento in Via Carturan da una società vicina a Malvaso, ma – senza nulla togliere al lavoro della magistratura – ci sembra che ci sia un vero e proprio accanimento contro Di Giorgi. Per carità, il primo cittadino dovrebbe essere colui che da l’esempio a tutta la città e se ha mai fatto un abuso edilizio – che ricordiamo è punito come reato penale – è una cosa gravissima.
Però, pensare che i tecnici dell’ufficio antiabusivismo del Comune si siano presentati a casa del sindaco per accertare un abuso fa un po’ sorridere. E fa riflettere, perché ci sembra che Di Giorgi i nemici li abbia in casa – e non in quella acquistata in Via Carturan o quella dove vive con la famiglia -, ma in Piazza del Popolo, negli uffici dello stesso Comune che lui governa. Che le famose “tirate per la giacchetta”, di cui lo stesso sindaco ha parlato in occasione delle sue dimissioni, continuino? Che si siano trasformate in qualcosa di più palese? Il primo cittadino a ottobre si sentiva ricattato: da allora a oggi si è dimesso, ha ritirato le dimissioni, ha azzerato la sua giunta, ha sostituito alcuni dirigenti di Piazza del Popolo, ha chiesto e ottenuto la “fiducia” in Consiglio comunale. Possibile che ancora non sia riuscito a liberarsi di chi lo faceva sentire sotto ricatto? Evidentemente no e ci chiediamo che stratega possa essere e che peso politico possa avere un sindaco che non controlla nemmeno chi lavora e chi dirige gli uffici del Comune.